I VIGNETI
La nostra famiglia ha sempre rivendicato come “strategica” la scelta di affiancare a vitigni autoctoni anche vitigni internazionali, nella consapevolezza che i processi distintivi del Terroir intervengano in maniera rilevante nella definizione dell’espressione varietale di ciascun vitigno impiantato. Un caleidoscopio vitivinicolo di assoluto interesse, punto di riferimento della DOC di Monreale.
Fin dagli anni '30 a Feudo Disisa, ad opera di Mario Di Lorenzo, si producevano vini da taglio da uve Catarratto e Insolia, prodotto molto ricercato nei mercati nazionali ed internazionali. Proprio questi antichi vigneti da vitigni autoctoni di Catarratto, Insolia, Nero d'Avola e Perricone rappresentano la storia vitivinicola di Feudo Disisa. Successivamente a questi vitigni si aggiunge anche il trebbiano toscano, vitigno che si prestava alle tecniche di lavorazione del tempo. Agli inizi degli anni ’80 la nostra famiglia – in collaborazione con l’Istituto della Vite e del Vino della Regione Siciliana – sperimenta l’introduzione in Sicilia di alcuni vitigni internazionali, con risultati che, ancora oggi, caratterizzano l’impronta pionieristica di Renato Di Lorenzo, in un territorio denso di storia legata all’agricoltura e, in particolare, alle colture arboree. Una visione che si è concretizzata, generazione dopo generazione, vendemmia dopo vendemmia, in una conoscenza minuziosa delle interazioni clima/suolo/vitigno, segnando un percorso e un modello virtuoso di viticoltura di prossimità. Questa è la chiave di volta della conduzione agronomica dei nostri vigneti, certi di una regola assoluta: i vini si fanno in vigna.
Il patrimonio ampelografico del feudo è assai articolato: impianti e vigneti che coprono un arco temporale lungo 40 anni, caratterizzato da reimpianti che utilizzano una selezione massale su alcuni vitigni, che meglio si sono acclimatati e che con costanza hanno prodotto una materia prima di qualità. Oggi a Feudo Disisa produciamo e vinifichiamo le nostre e uve, garantendo una totale tracciabilità dal vigneto al prodotto finale. Grillo, Insolia, Catarratto, Nero d’Avola e Perricone, ma anche Syrah, Cabernet Sauvignon, Merlot ed altre varietà alloctone, con una superficie vitata complessiva di oltre 150 Ettari. Il sistema di allevamento predominante è la controspalliera con una densità di piante per ettaro differenziata per vitigno: la media è di 4.500 piante per ettaro.
L’età media dei vigneti supera i vent’anni, con nuovi impianti ottenuti da selezioni massali ricavate dai vigneti più vecchi. I sistemi di potatura adottati sono Guyot o cordone speronato in funzione delle varietà, gestiti su obiettivi di carico produttivo per pianta, che segue oltre all’andamento climatico della stagione, anche la destinazione enologica delle uve che, per i cru ed alcune varietà pregiate come il Perricone e il Catarratto, non superano il chilo per ceppo. Dal 2020 abbiamo adottato un sistema di potatura conservativa non invasiva per migliorare i processi vegeto-produttivi delle piante, riducendone l’impatto gestionale-agronomico e le attività colturali. Ciò comporterà un migliore stato di salute delle piante, allungandone sia il ciclo di vita che una produttività ancora più equilibrata. In questo modo vogliamo salvaguardare l’integrità dei vecchi vigneti, in grado di produrre uve di elevata qualità.
La nostra famiglia ha sempre rivendicato come “strategica” la scelta di affiancare a vitigni autoctoni anche vitigni internazionali, nella consapevolezza che i processi distintivi del Terroir intervengano in maniera rilevante nella definizione dell’espressione varietale di ciascun vitigno impiantato. Un caleidoscopio vitivinicolo di assoluto interesse, punto di riferimento della DOC di Monreale.
Fin dagli anni '30 a Feudo Disisa, ad opera di Mario Di Lorenzo, si producevano vini da taglio da uve Catarratto e Insolia, prodotto molto ricercato nei mercati nazionali ed internazionali. Proprio questi antichi vigneti da vitigni autoctoni di Catarratto, Insolia, Nero d'Avola e Perricone rappresentano la storia vitivinicola di Feudo Disisa. Successivamente a questi vitigni si aggiunge anche il trebbiano toscano, vitigno che si prestava alle tecniche di lavorazione del tempo. Agli inizi degli anni ’80 la nostra famiglia – in collaborazione con l’Istituto della Vite e del Vino della Regione Siciliana – sperimenta l’introduzione in Sicilia di alcuni vitigni internazionali, con risultati che, ancora oggi, caratterizzano l’impronta pionieristica di Renato Di Lorenzo, in un territorio denso di storia legata all’agricoltura e, in particolare, alle colture arboree.
Una visione che si è concretizzata, generazione dopo generazione, vendemmia dopo vendemmia, in una conoscenza minuziosa delle interazioni clima/suolo/vitigno, segnando un percorso e un modello virtuoso di viticoltura di prossimità. Questa è la chiave di volta della conduzione agronomica dei nostri vigneti, certi di una regola assoluta: i vini si fanno in vigna. Il patrimonio ampelografico del feudo è assai articolato: impianti e vigneti che coprono un arco temporale lungo 40 anni, caratterizzato da reimpianti che utilizzano una selezione massale su alcuni vitigni, che meglio si sono acclimatati e che con costanza hanno prodotto una materia prima di qualità. Oggi a Feudo Disisa produciamo e vinifichiamo le nostre e uve, garantendo una totale tracciabilità dal vigneto al prodotto finale. Grillo, Insolia, Catarratto, Nero d’Avola e Perricone, ma anche Syrah, Cabernet Sauvignon, Merlot ed altre varietà alloctone, con una superficie vitata complessiva di oltre 150 Ettari.
Il sistema di allevamento predominante è la controspalliera con una densità di piante per ettaro differenziata per vitigno: la media è di 4.500 piante per ettaro. L’età media dei vigneti supera i vent’anni, con nuovi impianti ottenuti da selezioni massali ricavate dai vigneti più vecchi. I sistemi di potatura adottati sono Guyot o cordone speronato in funzione delle varietà, gestiti su obiettivi di carico produttivo per pianta, che segue oltre all’andamento climatico della stagione, anche la destinazione enologica delle uve che, per i cru ed alcune varietà pregiate come il Perricone e il Catarratto, non superano il chilo per ceppo. Dal 2020 abbiamo adottato un sistema di potatura conservativa non invasiva per migliorare i processi vegeto-produttivi delle piante, riducendone l’impatto gestionale-agronomico e le attività colturali. Ciò comporterà un migliore stato di salute delle piante, allungandone sia il ciclo di vita che una produttività ancora più equilibrata. In questo modo vogliamo salvaguardare l’integrità dei vecchi vigneti, in grado di produrre uve di elevata qualità.
Le pratiche colturali a Feudo Disisa
Il vino si fa nel vigneto. Tutte le pratiche colturali di gestione dei nostri vigneti rispondono a questo principio. Conoscenza dell’areale produttivo e delle sue microzone, osservazione e monitoraggio degli aspetti vegeto-produttivi delle piante, raccolta e analisi dei dati climatologici costituiscono, per noi un protocollo ormai collaudato, avvalendoci di un team costantemente impegnato e formato a conseguire standard qualitativi coerenti e stabili nel tempo.
Su questo scenario in azienda pratichiamo una viticultura di prossimità scandita da attività e procedure attente e diversificate per aree e vitigni. Ogni intervento nei vigneti è definito per conseguire equilibrio produttivo, sanità e integrità delle uve, valorizzazione delle espressioni gusto-olfattive peculiari a ciascun vitigno: una filosofia produttiva in grado di esaltarne le caratteristiche distintive portate in dote dal contesto pedoclimatico e zonale raggiunto a Feudo Disisa.
Questa pratiche colturali richiedono una manualità importante, in tutte le diverse operazioni: dalla potatura dei legni alla legatura del tralci, dalla defogliazione, quando è richiesta, alla cimatura, dal diradamento, tradizionalmente operato solo sul Perricone, sino alle raccolte differenziate per vitigno e stato di maturazione delle uve. A Feudo Disisa per le lavorazioni dei terreni ci avvaliamo delle trinciature dei sermenti per aumentare la quota di humus, dell’aratura dei filari in fase di pre germogliamento, dell’inerbimento naturale spontaneo e, in fase di invaiatura, della fresatura interfilare.
La vendemmia a Feudo Disisa
La vendemmia a Feudo Disisa dura circa due mesi e la gestiamo con la raccolta degli acini in campo, con il loro assaggio e, ovviamente, con l’analisi in laboratorio dei dati analitici di PH, acidità e grado zuccherino. Se l’annata è regolare, si parte con lo Chardonnay, nei primissimi giorni di agosto, per proseguire, nella seconda decade, con le uve di Grillo. Nella terza decade di agosto, sempre con condizioni regolari d’annata, continuiamo con il Fiano, il Merlot e il Syrah. Nella prima decade di settembre è la volta di Insolia e Nero d’Avola, per proseguire poi con il Catarratto. Ultime varietà ad essere vendemmiate tra fine settembre e inizio ottobre sono il Perricone e il Cabernet Sauvignon.
La riscoperta del Perricone
Vitigno storico che, nella Sicilia occidentale, nel palermitano come nel trapanese, prima della Fillossera, costituiva una delle principali varietà del patrimonio ampelografico, grazie alla sua destinazione produttiva principale: la produzione del vino Marsala, nella versione Ruby, in assemblaggio con altre varietà autoctone dell’areale del trapanese e delle colline racchiuse tra la valle del Belìce e dello Jato. Distrutto dall’arrivo della Fillossera a fine Ottocento, nel trapanese il Perricone veniva chiamato anche Pignatello, perché cresceva bene su suoli dominanti d’argilla, da cui venivano realizzate le cosiddette ‘pignate’: comuni pentole di terracotta, con una forte dominante ferrosa. Con il declino del vino Marsala il vitigno perse via via importanza sino quasi a scomparire. La nostra famiglia è stata tra le prime aziende a riscoprirne il valore enologico e a farne un modello di ritrovata eccellenza viticola. Il rinascimento del vitigno Perricone si concentra su pochi areali situati nella parte occidentale della Sicilia, con un sistema di allevamento poco espanso e potature corte o miste, e in alcuni casi, come a Feudo Disisa utilizzando la controspalliera. Il Perricone è costante sia nella rese che nel tempo: due variabili che tendono ad equilibrarsi. E’ un vitigno di ottima vigoria e resistenza al clima asciutto e secco. Germoglia precocemente, ma la maturazione è mediamente più lunga. Dotato di ali e dagli acini compatti, questo vitigno presenta grappoli di media grandezza con la caratteristica forma conico-piramidale, con buccia spessa, pruinosa, dal colore blu intenso e scuro, tendente al nero.
Le pratiche colturali a Feudo Disisa
Il vino si fa nel vigneto. Tutte le pratiche colturali di gestione dei nostri vigneti rispondono a questo principio. Conoscenza dell’areale produttivo e delle sue microzone, osservazione e monitoraggio degli aspetti vegeto-produttivi delle piante, raccolta e analisi dei dati climatologici costituiscono, per noi un protocollo ormai collaudato, avvalendoci di un team costantemente impegnato e formato a conseguire standard qualitativi coerenti e stabili nel tempo.
Su questo scenario in azienda pratichiamo una viticultura di prossimità scandita da attività e procedure attente e diversificate per aree e vitigni. Ogni intervento nei vigneti è definito per conseguire equilibrio produttivo, sanità e integrità delle uve, valorizzazione delle espressioni gusto-olfattive peculiari a ciascun vitigno: una filosofia produttiva in grado di esaltarne le caratteristiche distintive portate in dote dal contesto pedoclimatico e zonale raggiunto a Feudo Disisa.
Questa pratiche colturali richiedono una manualità importante, in tutte le diverse operazioni: dalla potatura dei legni alla legatura del tralci, dalla defogliazione, quando è richiesta, alla cimatura, dal diradamento, tradizionalmente operato solo sul Perricone, sino alle raccolte differenziate per vitigno e stato di maturazione delle uve. A Feudo Disisa per le lavorazioni dei terreni ci avvaliamo delle trinciature dei sermenti per aumentare la quota di humus, dell’aratura dei filari in fase di pre germogliamento, dell’inerbimento naturale spontaneo e, in fase di invaiatura, della fresatura interfilare.
La vendemmia a Feudo Disisa
La vendemmia a Feudo Disisa dura circa due mesi e la gestiamo con la raccolta degli acini in campo, con il loro assaggio e, ovviamente, con l’analisi in laboratorio dei dati analitici di PH, acidità e grado zuccherino. Se l’annata è regolare, si parte con lo Chardonnay nei primissimi giorni di agosto, per proseguire, nella seconda decade, con le uve di Grillo. Nella terza decade di agosto, sempre con condizioni regolari d’annata, continuiamo con il Fiano, il Merlot e il Syrah. Nella prima decade di settembre è la volta di Insolia e Nero d’Avola, per proseguire poi con il Catarratto. Ultime varietà ad essere vendemmiate tra fine settembre e inizio ottobre sono il Perricone e il Cabernet Sauvignon.
La riscoperta del Perricone
Vitigno storico che, nella Sicilia occidentale, nel palermitano come nel trapanese, prima della Fillossera, costituiva una delle principali varietà del patrimonio ampelografico, grazie alla sua destinazione produttiva principale: la produzione del vino Marsala, nella versione Ruby, in assemblaggio con altre varietà autoctone dell’areale del trapanese e delle colline racchiuse tra la valle del Belìce e dello Jato. Distrutto dall’arrivo della Fillossera a fine Ottocento, nel trapanese il Perricone veniva chiamato anche Pignatello, perché cresceva bene su suoli dominanti d’argilla, da cui venivano realizzate le cosiddette ‘pignatte’: comuni pentole di terracotta, con una forte dominante ferrosa. Con il declino del vino Marsala il vitigno perse via via importanza sino quasi a scomparire. La nostra famiglia è stata tra le prime aziende a riscoprirne il valore enologico e a farne un modello di ritrovata eccellenza viticola. Il rinascimento del vitigno Perricone si concentra su pochi areali situati nella parte occidentale della Sicilia, con un sistema di allevamento poco espanso e potature corte o miste, e in alcuni casi, come a Feudo Disisa utilizzando la controspalliera. Il Perricone è costante sia nella rese che nel tempo: due variabili che tendono ad equilibrarsi. E’ un vitigno di ottima vigoria e resistenza al clima asciutto e secco. Germoglia precocemente, ma la maturazione è mediamente più lunga. Dotato di ali e dagli acini compatti, questo vitigno presenta grappoli di media grandezza con la caratteristica forma conico-piramidale, con buccia spessa, pruinosa, dal colore blu intenso e scuro, tendente al nero.